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Nasce un movimento di divulgazione scientifica sull’acquacoltura firmato da Regione Liguria, Arpal ed esperti nazionali del settore

A livello comunitario e nazionale l’attività di acquacoltura è supportata come risorsa di sviluppo economico innovativo e sostenibile che crea opportunità per i territori a livello commerciale, occupazionale, di formazione e turistico. Le pratiche di itticoltura offshore sono riconosciute come forme di allevamento a basso impatto ambientale e che consentono di diminuire la pressione di pesca sugli stock ittici naturali e la dipendenza del Paese dalle importazioni di prodotti dall’estero.

In alcune località italiane la conoscenza di pratiche e opportunità del settore non è ancora abbastanza diffusa e spesso soggetta alla diffusione di informazioni scorrette o incomplete. Per supportare una corretta divulgazione sulle buone pratiche dell’acquacoltura è nato un movimento spontaneo formato da enti pubblici regionali e accademici della Regione Liguria. Il movimento ha lo scopo di diffondere una corretta divulgazione sulle pratiche di acquacoltura, come attività innovativa e sostenibile da incentivare e come risorsa del territorio da preservare. Tra gli enti che si sono pronunciati a livello regionale a supporto dell’attività di acquacoltura: la Regione Liguria, l’Agenzia Regionale Protezione Ambiente Ligure (Arpal), docenti ed esperti del settore dell’Università di Genova e Bologna.

Tra gli altri si è espressa la dott.ssa Mirvana Feletti, funzionaria della Regione Liguria nel settore Pesca e Acquacoltura, che ha fornito un quadro completo delle opportunità del settore a livello regionale.

Mirvana Feletti – Responsabile regionale settore Pesca e Acquacoltura di Regione Liguria – commenta: “Benché l’acquacoltura sia sostenuta a livello comunitario, in Italia le forti potenzialità di sviluppo di questo segmento produttivo risultano ancora frenate da una serie di fattori, tra i quali spicca ancora una scarsa divulgazione scientifica e conoscenza delle buone pratiche di allevamento. Su questo particolare aspetto la programmazione regionale per il prossimo triennio prevede un supporto allo sviluppo delle attività di acquacoltura attraverso una serie di azioni ritenute strategiche per il settore, tra le quali una semplificazione delle pratiche burocratiche, l’intensificazione della ricerca applicata, ma soprattutto una intensa attività di informazione presso le nostre comunità, per favorire la conoscenza da parte dei cittadini liguri di questo settore. Favorire lo sviluppo dell’acquacoltura in Italia e nella nostra regione è fondamentale per fornire ai consumatori un prodotto accessibile, sicuro per la nostra salute e quella dell’ambiente che rispetti il benessere degli animali allevati. Tutto questo è possibile se gli impianti sono “sotto i nostri occhi” e possiamo controllarne costantemente l’attività.”

Sulle opportunità del settore a livello comunitario e nazionale si sono esposti anche il Prof. Alessio Bonaldo, docente di Maricoltura dell’Università di Bologna e la Prof.ssa Mariachiara Chiantore, docente di ecologia all’Università di Genova.

Prof. Alessio Bonaldo – Docente di Maricoltura e Alimentazione degli Animali Acquatici – Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

“L’acquacoltura è una pratica altamente sostenibile. Le tecnologie moderne permettono di creare sistemi di allevamento a basso impatto ambientale, che minimizzano l’uso di risorse naturali e riducono le emissioni di inquinanti. L’allevamento in acquacoltura garantisce una totale sicurezza alimentare attraverso un costante monitoraggio delle condizioni sanitarie e di alimentazioni degli animali anche grazie a una totale tracciabilità della filiera produttiva. A livello economico costituisce una significativa opportunità per le zone costiere del nostro Paese, creando posti di lavoro e contribuendo allo sviluppo economico locale e alla diversificazione delle economie regionali. L’espansione dell’acquacoltura stimola l’innovazione e la ricerca, promuovendo lo sviluppo di nuove tecnologie e pratiche sostenibili.  Sostenere l’acquacoltura significa garantire un approvvigionamento costante di specie ittiche fresche e di alta qualità. Questo non solo preserva il patrimonio gastronomico italiano, ma contribuisce anche alla promozione del turismo enogastronomico, un settore di grande rilevanza per le economie costiere.” 

Mariachiara Chiantore – Docente di Ecologia – DiSTAV – Università degli Studi di Genova, aggiunge:

“L’acquacoltura è un’attività produttiva strettamente monitorata dal punto di vista ambientale, in base ai regolamenti espressi a livello europeo e nazionale. Ne è un esempio concreto l’impianto locale di Lavagna, Aqua De Mâ, oggetto di monitoraggi periodici svolti sia nell’ambito di progetti europei sia dei monitoraggi previsti ai sensi della Marine Strategy da parte dell’Agenzia Regionale Protezione Ambiente Ligure (Arpal). Tutte le analisi effettuate hanno rivelato stime elevate del valore ecologico delle acque e dei sedimenti sia all’interno che nelle vicinanze dell’impianto. Le caratteristiche idrodinamiche dell’area, unitamente all’elevato fondale e alla notevole distanza da riva, fanno sì che i pesci allevati nell’impianto siano estremamente attivi. Questo ne influenza lo stato di salute e la qualità delle carni. Tali aspetti non sono solo attenzionati in un processo di autocontrollo dell’impresa, ma sono monitorati anche attraverso l’Istituto Zooprofilattico e oggetto di approfondite analisi da vari istituti di ricerca, nell’ambito di progetti europei e nazionali finanziati dal PNRR.”

Analisi condotte anche da enti pubblici locali, come sottolinea la dott.ssa Rosa Maria Bertolotto, direttrice del Dipartimento Stato dell’Ambiente e Tutela dai Rischi di Arpal, che pone l’attenzione sull’elevato livello di controllo delle attività di acquacoltura a beneficio di tutta l’area marina e costiera limitrofa:

“Oltre al consueto monitoraggio della qualità dell’ambiente marino costiero su tutta la regione (i risultati del quale confermano da anni la classe di qualità “buono” al corpo idrico comprendente alla zona antistante Lavagna), ARPAL svolge dal 2015 un monitoraggio specifico per impianti di acquacoltura, previsto dal programma nazionale “Strategia Marina” con lo scopo di verificare le condizioni ambientali  dell’area di mare circostante. Le stazioni di misura e campionamento  sono collocate in prossimità delle vasche di allevamento, a 50 metri e- come confronto- a 1000 metri da esse. I campionamenti sono effettuati ogni sei mesi, in superficie e in prossimità del fondale con un ulteriore analisi dei sedimenti. Vengono anche registrati i profili verticali in colonna d’acqua per determinare temperatura, salinità, ossigeno disciolto, pH, clorofilla-a e torbidità. I dati sono elaborati a livello nazionale da parte di ISPRA, congiuntamente con quelli degli altri impianti presenti lungo le coste italiane.”